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Frecciarossa nasce nel 1919, quando il mio bisnonno Mario Odero si innamora delle colline dell’Oltrepò Pavese, lui che fino a quel momento commerciava carbone tra la sua città di origine, Genova, e l’Inghilterra, dove risiedeva. Dopo la prima guerra mondiale, tornato in Italia, Mario decide di acquistare una tenuta nell’Oltrepò, da sempre “la campagna dei genovesi”.
Compra dunque questa bella tenuta ottocentesca, dal nome particolare che in realtà nasce da un errore. Frecciarossa deriva dalla trascrizione erronea del toponimo antico Fraccia Rossa, cioè “frana rossa,” a dire della terra argillosa, solcata da vene ferruginose, frequentemente soggetta agli umori delle acque sotterranee. Una svista del catasto e Frecciarossa diventa il nome della nostra collina Questo progetto entusiasma Giorgio Odero, mio nonno, il figlio di Mario. Si laurea in Agraria per poter seguire i vigneti della tenuta e poi va in Francia a perfezionare il mestiere, perché nessuno come i francesi allora e ancora oggi sa vinificare il pinot nero, vitigno con il quale aveva deciso di misurarsi Fa un’esperienza in Borgogna e poi in Champagne, impara, torna con idee nuove, punta sulla qualità. I vini sono venduti in bottiglia, non è per nulla consueto all’epoca.
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